giovedì, ottobre 05, 2006

PTU - Il doppiaggio

Oltre all’originale cantonese, il DVD di PTU conterrà anche la traccia italiana. Direttore del doppiaggio è uno dei più importanti doppiatori italiani, Renato Cortesi, volto sonoro di Gérard Depardieu in ben 15 film, fra cui L'ultimo metrò e Mon Oncle D’Amérique, ma anche di Derek Jacobi ne Il Gladiatore e di Pippo nei cartoni Disney degli anni ’80!
Potete trovare la sua lunga e eterogenea filmografia nel prezioso sito dedicato al mondo dei doppiatori da Antonio Genna:
http://www.antoniogenna.net/doppiaggio/voci/vocircor.htm

Alla voce di Renato Cortesi ha spesso fatto ricorso Fellini nei magici e snervanti doppiaggi dei suoi film. Così nel ricordo di Carlo Baccarini, uno dei grandi direttori di doppiaggio del maestro riminese:

[...] E la nave va è stato l’unico film che Fellini non ha fatto con la nostra cooperativa, l’ha fatto con la CDC di Renato Cucciolla. L’attore pugliese era un vecchio amico di Fellini che aveva fatto molte cose con lui fin dall’inizio della carriera di entrambi. Ricordo che in Giulietta degli spiriti c’era un personaggio con la voce di Cucciolla (José Luis Villalonga, il tenebroso romantico hidalgo verso cui Giulietta prova una inconfessabile attrazione). Voce che, imitata poi da Noschese, diventava quella di uno spirito maligno.
Cucciolla da tanto tempo chiedeva a Federico di fare un film con lui. Credo che per spuntare il contratto fecero avere alla produzione qualche agevolazione con gli stabilimenti. Naturalmente Fellini pose come condizione di poter ottenere in prestito da noi alcune delle sue voci predilette, sicuramente Oreste Lionello e Solvejg D’Assunta, ma forse anche Renato Cortesi, un altro che Fellini usa in tutte le salse. Sono attori che Fellini cala come delle briscole, che gli offrono delle soluzioni rapide e brillanti, ma che sono anche dei rimedi contro la noia.
A un certo punto, incontrollabile e violenta, la noia del doppiare lo assale. Lui non ha girato cinquanta ciak di una stessa inquadratura ma pochi ciak di tante inquadrature diverse che al doppiaggio è costretto molte volte a vedere e rivedere. Una scena con quindici personaggi gli passa davanti agli occhi non meno di quindici volte. Alla terza lui sbotta.
“Che palle!”.
Io stesso non posso che annoiarlo perchè sono costretto a sottoporgli dei problemi tecnici quotidiani.
Oreste, Solvejg, Renato gli fanno uno sconto della pena. Finché a una certa ora gli viene la nausea e deve smettere. [...]

Il testo è tratto da un bellissimo libro “anomalo e particolare” di Tatti Sanguineti sui direttori di doppiaggio di Fellini, Voci del varietà – Federico delle voci, che potete trovare sul sito della Fondazione Fellini di Rimini, a questo indirizzo: http://www.federicofellini.it/shop.asp?id=405

Non c’entra niente con PTU, ma leggetelo, ne vale veramente la pena. Magari pensando a che voce mai avranno Lam Suet e Simon Yam in tricolore mentre si perdono nella notte di Hong Kong.

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