martedì, ottobre 31, 2006

Yesterday Once More - Gli Extra

Una delle immagini scattate da Johnnie To sul set del film Yesterday Once More, che farà parte della galleria fotografica del DVD.

lunedì, ottobre 23, 2006

Yesterday Once More










Yesterday Once More
, il fim girato da Johnnie To a Udine e in Friuli sarà il prossimo titolo della collana firmata Udine Far East Film Festival/Ripley's Home Video.

Il Trailer:
http://www.youtube.com/watch?v=zmNExSFLdAk

Un breve dietro le quinte:
http://www.youtube.com/watch?v=o20kww1YajE

Sammi Cheng, Andy Lau e Johnnie To promuovono il film:
http://www.youtube.com/watch?v=9drm_khkw8Y

venerdì, ottobre 20, 2006

PTU - Le recensioni - 3

Una scelta dalla critica francese.

Chronic'art.com - Vincent Malausa
PTU gioca la carta di un intimismo e di un realismo che non ci saremmo aspettati da To (...). Ed è una sorpresa straordinaria, il perfetto incontro tra due generi, cronaca e film d'azione.

Fluctuat.net - Jérôme Dittmar
Johnnie To, cineasta essenzialmente formale? Non è così semplice. In PTU, suo ultimo film uscito in Francia, l'intreccio è certo ridotto al minimo. Ma il susseguirsi delle linee grafiche e narrative, mozzafiato, finisce per tessere una densa trama di corpi e di interazioni umane.

Positif - Fabien Baumann
To gioca, come sempre, a ritardare ogni cosa. L'azione non è mai così rallentata come quando... si accelera: una scalinata da salire, un informatore da torturare, un fuoco incrociato si prolungano, si perpetuano. La durata si tramuta in durezza, la tensione in grazia.

Les Inrockuptibles - Olivier Père
PTU si ammanta con gli orpelli seducenti del film di genere ma, come The Mission, eccede le regole del poliziesco per offrire allo spettatore un incrocio tra una brillante lezione di cinema e una passeggiata poetica per le strade di Hong Kong.

Télérama - Jacques Morice
Vischioso ed efficace (...). A volte scorgiamo un Sergio Leone in Johnnie To. Per quel modo simile di lasciare l'azione in sospeso, fino al parossismo, di associare al grottesco il verismo brutale, di tipicizzare i visi. Con non poche e appropriate scelte stilistiche, Johnnie To ci mostra quella che viene giustamente chiamata "giungla urbana".

Cahiers du Cinéma - Jean-Michel Frodon
Uno dei film [di Johnnie To] più compiuti ad oggi è senz'altro questo PTU, la cui sigla significa Police Tactical Unit, ma la cui pronucia (pity you) rievoca la compassione. (...) i film di Johnnie To, con il loro formalismo folgorante e rilassato, sono sorprendentemente emozionanti.

Score - Gaël Golhen
Rispetto dell'unità di tempo, di luogo e (soprattutto) d'azione, gioco del caso, improvvisazione virtuosa sul tema della coincidenza, PTU è una stupefacente passeggiata notturna.

Elle - Philippe Trétiack
Gli appassionati di John Woo riscopriranno in questo thriller hongkonghese gli ingredienti dei loro brividi. (...) E' postmoderno, esotico e piacevole. Asiatico da far sognare. Da vedere.

Studio Magazine - Thomas Baurez
Questo regolamento di conti tra i vari corpi di polizia hongkonghese è un capolavoro di precisione stilistica.

Brazil - Alex Masson
Tanto elegante quanto febbrile, PTU conferma (...) To come un caso unico nel cinema asiatico di un regista capace di legare estetismo raffinato e senso del divertimento. Un successo assoluto.


mercoledì, ottobre 18, 2006

Che fine ha fatto Ruby Wong?


Prima di essere la tetragona Leigh Cheng in PTU (e non lo diciamo noi, ma Alberto Pezzotta nel booklet del DVD - noi avremmo detto stronza -), Ruby Wong è stata una presenza importante del cinema diretto e prodotto da Johnnie To: Loving You, Lifeline, Expect the Unexpected, Where a Good Man Goes, i due Running Out of Time hanno potuto contare sul suo fascino aspro e combattuto.
Dopo PTU e dopo Infernal Mission, sotto-Infernal Affairs al femminile prodotto con la mano sinistra dal grande Cha Chuen-yee, le sue tracce si sono completamente perse. Qualcuno sa che fine ha fatto?
Qui, un bell'articolo di un fan anglofono:
http://column.hkmdb.com/mike/?p=13

lunedì, ottobre 16, 2006

The Sparrow - il trailer

Fra i mille progetti di Johnnie, The Sparrow è probabilmente quello che vedrà la luce per primo. Ed è l'unico di cui esista già una mezz'ora di scene montate. La Universe ha già rilasciato un trailer.

Sempre dal solito YouTube:
http://www.youtube.com/watch?v=kqc5W_S5tsc

venerdì, ottobre 13, 2006

PTU - Le recensioni - 2

Altra recensione di PTU, di Stefano Locati, da Sentieri Selvaggi

Notti di desolazione: PTU e il ritorno di Johnnie To

Da quando Johnnie To - insieme a Wai Ka-fai padre-padrone della Milkyway, la casa di produzione che più ha contribuito a ridefinire l’estetica del noir sul finire del secolo appena trascorso - pareva aver deciso che nei momenti di magra è meglio badare alla pagnotta piuttosto che perdersi in pie illusioni di qualità, molte delle speranze in lui riposte erano state disilluse. Certo, rimaneva la testimonianza di capolavori imprescindibili quali il furente A Hero Never Dies (1998), epitaffio cinico e disperato a qualsiasi amicizia virile immaginabile, o lo stordente quanto abbacinante The Mission (1999), sintesi di cura stilistica che sfocia nella profondità emotiva; ma dopo la lunga serie di blockbuster studiati a tavolino colmi di star, carineria e il minimo sindacale di impegno cui ci ha costretto, risultava difficile abbandonarsi alla speranza. Non fossero bastati i rimasugli romantici di Needing You... e Love for All Seasons, le commediole incolori Love on a Diet e Fat Choi Spirit o le commistioni azzardate ancorché indigeste quali Wu Yen e My Left Eye Sees Ghosts, erano arrivati a definitiva condanna la spacconeria di Fulltime Killer e l’inconcludenza di Running Out of Time 2 (seguito del discutibile ma perlomeno degno divertissement pensato nel 1999). Ben triste ammetterlo, nel futuro si prospettava un profluvio di incassi, ma al contempo la definitiva abdicazione da sostenitore di un cinema pieno, duro - sostanzialmente spietato - non tanto per i temi, solo incidentali, rivedibili di pellicola in pellicola, quanto grammaticalmente e costitutivamente. E invece no. E invece dopo due anni di lavorazione semiclandestina, con riprese fatte nei ritagli di tempo, arriva PTU, sberleffo (ma con amore) a chi lo riteneva definitivamente evaporato. PTU, al contrario, svela un Johnnie To accorto, quasi luciferino nel produrre con polso mercanzia all’ingrosso per poi dedicarsi nei progetti più personali alla destrutturazione come missione programmatica. Perché la storia della notte nera del sergente Lo, poliziotto sopra le righe che rincorre alcuni teppistelli rei di avergli imbrattato l’auto, fino a cadere, battere la testa e risvegliarsi senza pistola, non è altro che la rilettura allucinata di Stray Dog (Kurosawa Akira, 1949) nell’ottica di Fuori Orario (Martin Scorsese, 1985). Lo chiede aiuto all’amico Mike Ho della Police Tactical Unit, e insieme decidono di provare a recuperare l’arma prima che faccia giorno, noncuranti delle due bande malavitose coinvolte e delle attenzioni della disciplinare, impersonata dalla testarda Cheng, che alita sul collo di entrambi. Per le strade deserte e nullificate del quartiere di Tsimshatsui, in una Hong Kong mai così notturna e glaciale, prendono ad aggirarsi esseri umani sperduti come formiche fameliche, preda di pulsioni basilari e sogni ad occhi aperti della durata di un battito di ciglia - personaggi in cerca di un baricentro costretti a girare su se stessi, a vuoto, fino all’incontro col fato, in un finale circolare quanto beffardo, che cancella ogni aspettativa eroica per indulgere sulle disgrazie stradaiole e rifrangenti di un’umanità frammista, implosa. Tra karaoke, sale giochi, retrobottega di ristoranti cadenti e, su tutti, vicoli ribollenti rabbia - teatro di pestaggi e nefandezze di ogni sorta - sovrasta un anelito anti-manicheo che polverizza qualsivoglia senso di continuità precostituita, preferendogli piuttosto la dilatazione dei ritmi, in un respirare affannoso e sincopato che dà spazio alle vanaglorie quotidiane di poliziotti canaglia e malavitosi sfigati. Lam Suet, finalmente eletto a un ruolo di primo piano dopo decine di (perfette) caratterizzazioni, è una maschera tragicomica, Simon Yam, insolitamente controllato, è lo sguardo sadico del potere con manganello, Ruby Wong, silenziosa e sensuale in vestiti maschili troppo grandi, è la parte fallibile della burocrazia: come collante, una colonna sonora cromata, sferragliante di chitarre vellutate e suadenti.

Stefano Locati, Sentieri Selvaggi, un po' di tempo fa.
(http://www.sentieriselvaggi.it/
articolo.asp?idarticolo=5361&idsezione=99&idramo1=99)


giovedì, ottobre 12, 2006

Johnnie e Quentin














A Sitges, l'anno scorso.
http://www.cinemasitges.com/ct/index.php?a=news_fitxa&idNot=106

Johnnie To News

Dunque, come avevamo anticipato in un commento poco sotto, sembra che i sequel di PTU a cui aveva fatto cenno Simon Yam facciano in realtà parte di una serie televisiva di quattro episodi da 90 minuti affidati ad altrettanti registi.

Così come il secondo Election, anche Exiled, il film presentato a Toronto e Venezia lo scorso settembre, è stato bandito dagli schermi cinesi (http://www.monkeypeaches.com)

Sugli altri tre progetti di Johnnie, con i titoli alquanto provvisori di Linger, Triangle e The Sparrow, il punto qui: http://comingsoon.net/news/movienews.php?id=16930

mercoledì, ottobre 11, 2006

PTU - Le recensioni - 1

Spigolando qua e la per fanzine, siti, quotidiani e settimanali. Si parte con una recensione di PTU apparsa su Nocturno Cinema nel Giugno del 2003.
Buona lettura.

C’era molta attesa e una certa apprensione per l’ultimo Johnnie To (che ha mancato per poco il concorso a Berlino). Un regista – uno dei pochi – ad avere girato opere memorabili dopo l’handover, e che negli ultimi anni sembrava essersi consegnato a una routine cinica e avida a base di commedie zuccherose a consumo locale (anche se Love on a Diet vanta estimatori al di sopra di ogni sospetto) e di pallidi noir scipiti e occidentalizzati, alla vana ricerca di un mercato globale (come gli inguardabili Running out of time 2 e Full Time Killer, che ha qualche estimatore, sicuramente sotto effetto di sostanze psicotrope e di orchite cronica). Tutti film nei quali Johnnie (un vero boss, come ha confermato nel videomessaggio concesso ai fan prima della proiezione di PTU) verosimilmente non ha messo mano, lasciando il lavoro sporco sul set a una schiera di deputy/associate directors. Ma come nelle fiabe, mentre Johnnie faceva la lira con quei filmacci, nei ritagli di tempo, nelle rare notti libere sparpagliate per l’arco di due anni, girava un film per sé solo, PTU: un film dove torna ad occuparsi dell’etica del gruppo, come in The Mission (ma questa volta dalla parte della legge, per altro in tutto equivalente a quella della malavita) e della possibilità di sopravvivere, come in The Longest Nite, Expect the Unexpected. Un film che riflette sull’eredità di vent’anni di action hongkonghese, come A Hero Never Dies. Ma un film che va oltre tutti quelli appena citati. Che ne è lo sfracellamento, la distensione e la sottrazione della “fine”. La struttura di PTU non si espande: è già espansa. E se c’è un crescendo, non va da nessuna parte, perchè in fondo, adesso, il sangue scorre per ragioni esterne, tangenzialmente. Il sangue, insomma, non c’entra più niente con gli eventi e il mestiere. Tutto si sgonfia come un palloncino. Per le strade di una Hong Kong notturna e quasi astratta, corrono o camminano un poliziotto alla ricerca della pistola perduta (Lam Suet, ormai onnipresente nei film di HK, e qui nel ruolo della sua carriera), degli agenti della PTU (Police Tactical Unit) che pattugliano i vicoli (tra cui, misurato e carismatico, Simon Yam), altri agenti della CID all’inseguimento di colpevoli sconosciuti (tra cui, stronzissima, Ruby Wong – a dimostrazione di una misoginia mica tanto sotterranea); e ovviamente gangster vari, di tre bande diverse. Gli eventi, in questo capolavoro (tra l’altro scritto magnificamente) non accadono. E’ come se tutti i personaggi spingessero più avanti la risoluzione delle vicende, per accorgersi poi che oggi le cose acquistano importanza solo se immaginate; quando poi sembra che l’ora per tirare i nodi al pettine sia vicina, non ci resta nulla in mano, perchè sono degli estranei a fare l’azione, a creare, potremmo dire, la Storia. I tempi incredibilmente lunghi, anche nei dialoghi (ma assai diversi, attenzione, rispetto alla fissità geometrica di The Mission), sono lì apposta per essere riempiti dallo spettatore: come se dovesse lui stesso dire ai personaggi cosa dire, cosa fare, come agire, cosa pensare. Loro, i poliziotti, i gangster, stanno lì ad aspettare, senza sapere. E la colonna sonora, classicamente easy (ma anche con chitarroni distorti), occupa lo spazio con un’emozionalità sentimentale che altrove non riesce a trovare sfogo, proprio perchè è difficile scansare l’inutilità degli sforzi dai volti, dagli edifici, dall’asfalto, dallo scandire del tempo. E in questo, è davvero molto simile all’utilizzo della musica nel cinema di Michael Mann.

Pier Maria Bocchi
e Alberto Pezzotta, Nocturno Cinema, giugno 2003

martedì, ottobre 10, 2006

lunedì, ottobre 09, 2006

PTU - Gli Extra del DVD






























Fra gli extra del DVD, tre i contributi video girati per l'occasione. Due interviste, una a Johnnie To e una a Lam Suet, raccolte in Settembre alla Mostra del Cinema di Venezia, e un intervento a cura di Giorgio Placereani, critico cinematografico e Programme Coordinator dell'Udine Far East Film Festival. Nel booklet, invece, un saggio di Alberto Pezzotta.

sabato, ottobre 07, 2006

PTU - Trailer e curiosità

Due trailer, trovati sul fido YouTube:
http://www.youtube.com/watch?v=lC-i-hMfGtw
e
http://www.youtube.com/watch?v=rnq-TC3zBJo

e un servizio televisivo sulla vittoria di PTU alla decima (anche se c'è scritto nona) edizione dei Golden Bauhinia Awards, premio conferito dall'Associazione dei critici cinematografici di Hohg Kong:
http://www.youtube.com/watch?v=T7k79zz_veM

Alla prossima.

giovedì, ottobre 05, 2006

PTU - Il doppiaggio

Oltre all’originale cantonese, il DVD di PTU conterrà anche la traccia italiana. Direttore del doppiaggio è uno dei più importanti doppiatori italiani, Renato Cortesi, volto sonoro di Gérard Depardieu in ben 15 film, fra cui L'ultimo metrò e Mon Oncle D’Amérique, ma anche di Derek Jacobi ne Il Gladiatore e di Pippo nei cartoni Disney degli anni ’80!
Potete trovare la sua lunga e eterogenea filmografia nel prezioso sito dedicato al mondo dei doppiatori da Antonio Genna:
http://www.antoniogenna.net/doppiaggio/voci/vocircor.htm

Alla voce di Renato Cortesi ha spesso fatto ricorso Fellini nei magici e snervanti doppiaggi dei suoi film. Così nel ricordo di Carlo Baccarini, uno dei grandi direttori di doppiaggio del maestro riminese:

[...] E la nave va è stato l’unico film che Fellini non ha fatto con la nostra cooperativa, l’ha fatto con la CDC di Renato Cucciolla. L’attore pugliese era un vecchio amico di Fellini che aveva fatto molte cose con lui fin dall’inizio della carriera di entrambi. Ricordo che in Giulietta degli spiriti c’era un personaggio con la voce di Cucciolla (José Luis Villalonga, il tenebroso romantico hidalgo verso cui Giulietta prova una inconfessabile attrazione). Voce che, imitata poi da Noschese, diventava quella di uno spirito maligno.
Cucciolla da tanto tempo chiedeva a Federico di fare un film con lui. Credo che per spuntare il contratto fecero avere alla produzione qualche agevolazione con gli stabilimenti. Naturalmente Fellini pose come condizione di poter ottenere in prestito da noi alcune delle sue voci predilette, sicuramente Oreste Lionello e Solvejg D’Assunta, ma forse anche Renato Cortesi, un altro che Fellini usa in tutte le salse. Sono attori che Fellini cala come delle briscole, che gli offrono delle soluzioni rapide e brillanti, ma che sono anche dei rimedi contro la noia.
A un certo punto, incontrollabile e violenta, la noia del doppiare lo assale. Lui non ha girato cinquanta ciak di una stessa inquadratura ma pochi ciak di tante inquadrature diverse che al doppiaggio è costretto molte volte a vedere e rivedere. Una scena con quindici personaggi gli passa davanti agli occhi non meno di quindici volte. Alla terza lui sbotta.
“Che palle!”.
Io stesso non posso che annoiarlo perchè sono costretto a sottoporgli dei problemi tecnici quotidiani.
Oreste, Solvejg, Renato gli fanno uno sconto della pena. Finché a una certa ora gli viene la nausea e deve smettere. [...]

Il testo è tratto da un bellissimo libro “anomalo e particolare” di Tatti Sanguineti sui direttori di doppiaggio di Fellini, Voci del varietà – Federico delle voci, che potete trovare sul sito della Fondazione Fellini di Rimini, a questo indirizzo: http://www.federicofellini.it/shop.asp?id=405

Non c’entra niente con PTU, ma leggetelo, ne vale veramente la pena. Magari pensando a che voce mai avranno Lam Suet e Simon Yam in tricolore mentre si perdono nella notte di Hong Kong.

PTU - Il poster


Il poster, in attesa del trailer.

mercoledì, ottobre 04, 2006

Johnnie To Mania

L’Udine Far East Film Festival e la Ripley’s Home Video hanno avviato una collaborazione per portare sul mercato italiano i film del grande regista e produttore cantonese.

Il primo titolo, PTU, sarà disponibile a noleggio il 24 Novembre e in vendita il mese successivo.

Su questo blog, oltre alle novità sulle uscite in DVD, inseriremo man mano recensioni, articoli, foto, news sul cinema del regista che più amiamo, con l’obbiettivo di creare un punto di riferimento per tutti gli appassionati italiani.
Iscrivetevi e partecipate!

martedì, ottobre 03, 2006

In attesa di PTU

Apriamo questo blog per informare anche in Italia delle imprese del più grande e prolifico regista vivente:
Johnnie To